martedì 29 giugno 2010

Flash Mob: Niente su di Noi senza di Noi



Martedì 22/06/2010 se è svolto un Flash Mob nel cortile del Consiglio Provinciale, promosso dalla Rete per i diritti dei senza voce, per richiamare l’attenzione della classe politica che non può continuare a decidere senza prendere in considerazione i diretti interessati.
In questo momento si sta discutendo la legge sull’integrazione e riteniamo che solo un processo partecipativo permetterà la creazione di una legge efficace, che lo sarà solo se si coinvolgeranno i migranti e gli operatori del settore! Se così non sarà, si rinforzerà il meccanismo decisionale che non deve aver più ragion d'essere: leggi che calano dall’alto in basso. E la classe politica sarà sempre più distante dalle richieste dei cittadini.
Alle 17.10 il Flash Mob è cominciato: persone imbavagliate che volevano parlare e non riuscivano. Finché alla fine, dopo qualche minuto un grido stordente ha riempito i vuoti del cortile del Consiglio Provinciale, un grido che chiedeva soltanto di essere ASCOLTATO.
La stessa dinamica se è ripetuta alle 17.30 in piazza Walther, dove persone incuriosite si avvicinavano per capire di cosa si trattasse mentre le nostre grida andavano in tutte le direzioni.
Ringraziamo calorosamente i partecipanti a quest’iniziativa e Vi salutiamo con un a prestissimo!!

martedì 4 maggio 2010

Incontro con i candidati sindaco di Bolzano



Venerdì 30 aprile nella Sala di Rappresentanza del Comune di Bolzano, si sono incontrati 8 candidati sindaco per parlare del loro programma politico in riferimento al processo di integrazione che secondo la Rete la città di Bolzano dovrebbe offrire e per rispondere alle domande formulate dal pubblico presente in gran parte composto da neo cittadini (migranti).
Ci sono state diverse proposte: facilitare i ricongiungimenti familiari per i parenti stretti da parte di Berger; uso delle chiese anche per cerimonie di altre religioni: musulmane, ebree, ecc. di Filippi; citando l’articolo 3 della Costituzione la Di Gesaro ha affermato che tutti siamo cittadini, indipendentemente dalla provenienza; assessorato all’immigrazione che stabilisca tra l’altro dei controlli sui “clandestini” di Oberrauch; una sezione per l’immigrazione all’interno degli assessorati esistenti di Repetto; rivendicazioni dei diritti per tutti a prescindere del luogo di provenienza di Sabbadin, c’è molto sfruttamento della mano d’opera straniera, così non si creano condizioni di integrazione di Di Puppo; mentre Spagnolli ha espresso l'opinione che a Bolzano tutti devono sentirsi a casa propria e ha ricordato che il 50% dei bolzanini ha i suoi radici altrove.
Se è discusso sulla creazione dei luoghi di culto, del cimitero per i musulmani, dei contributi per l’edilizia. A proposito di quest’ultimo il presidente della Consulta Mullaymeri ha riferito che è stato presentato un ricorso che stanno portando avanti contro la delibera che mette gli “extracomunitari” in una graduatoria diversa. Si è anche discusso sul Pacchetto Sicurezza che mette in condizione di clandestinità i lavoratori che per anni hanno vissuto in Italia e che perdendo il lavoro perdono, fatto ancora più grave, anche i loro diritti.
Non si è riusciti a fare ascoltare tutte le domande che i cittadini presenti volevano porre, però si è dimostrato un grande interesse verso questo processo elettorale del quale i neo cittadini si sentono parte.
Gli impegni presi dai candidati nella direzione di facilitare il processo di integrazione erano vari e la Rete intende tutelare l'adempimento di tali impegni.
La Rete si ritiene soddisfatta dell’incontro nonostante le limitazioni di tempo, in quanto si è contribuito a fornire ulteriori elementi che permetteranno la scelta giusta nelle urne il 16 maggio.
Si ringraziano i candidati sindaco, i vari collaboratori e il pubblico che ci hanno accompagnato.

mercoledì 17 marzo 2010

Primo Marzo 2010 Bolzano


Il primo marzo 2010 in piazza della Mostra a Bolzano e a Bressanone si è tenuta una giornata di "festa" caratterizzata da un pubblico di diversa provenienza che con una sola voce ha gridato un'unica richiesta: rispetto e uguaglianza per tutti!
La giornata si è arricchita di concerti musicali di gruppi locali che hanno suonato gratuitamente, teatro di strada diretto da Elisa Pavone, proiezione del film “Così vicini, così lontani”, lettura di una poesia dedicata a Miriam Makeba, interpretata da 2 ospiti del Centro Profughi di Bolzano, pittura per bambini, ecc.
I dati reali sul fenomeno migratorio non sono mancati, esposti per tutta la giornata su apposite griglie, per ricordare alla popolazione che non esiste un Noi e Voi e possiamo parlare solo di ingiustizia perchè in quanto CITTADINI DEL MONDO, non vediamo riconosciuti i nostri diritti se non sono riconosciuti anche i diritti degli altri.
Il lancio dei palloncini è partito con un leggero ritardo, però finalmente siamo riusciti a vestire il cielo di giallo davanti ai visi allegri dei partecipanti, più di 1.000 persone in tutta la giornata tra cittadini locali e cittadini stranieri, molti di loro accompagnati da bambini che hanno usufruito dello spazio allestito per i piccini, i quali hanno dato libero sfogo alla loro immaginazione mescolando colore e creatività.
In giornata le abili mani di un pittore iraniano ospite anche lui del Centro Profughi di Bolzano hanno dipinto un ritratto di Miriam Makeba, ricordando così le battaglie da lei intraprese in esilio per combattere le discriminazioni razziali.
Il Primo marzo vuole essere l’inizio di una serie di iniziative che richiamino l’attenzione sul clima di intolleranza che stiamo vivendo e che in maniera allarmante si diffonde quasi in forma naturale.
Ringraziamo tutti i collaboratori di questa giornata, le associazioni e realtà organizzate che hanno aderito, gli artisti che hanno collaborato e un profondo ringraziamento al pubblico presente a cui è stato dedicato ogni minuto delle 9 ore di spettacoli e informazione del Primo Marzo 2010.
Gli artisti:
Le Isole Minore, R & F, Luciano Casagrande e band, Giant Bi, Andrea Maffei e Agostino Accarino e i musicisti che hanno suonato con loro, The Fourgroove con la voce fantastica di Claudia Zadra, Son Latina e se ci fossimo scordati di qualcuno chiediamo venia!

Altre Immagini del Primo marzo




venerdì 5 marzo 2010

Da Elvira Dones scrittrice albanese al Premier Berlusconi

In merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". In visita a
Tirana, durante l'incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze".
"Egregio Signor Presidente del Consiglio,le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze
albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre
anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta
per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei.
Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.
* Elvira Dones, scrittrice-giornalista.
Nata a Durazzo nel 1960, si è laureata in Lettere albanesi e inglesi all'Università di Tirana.